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Focaccia Ligure, la ricetta..

Siete stati in Liguria e avete assaggiato la Focaccia?

Ve ne siete innamorati e vorreste averla fresca tutti i giorni a casa vostra? Ecco per voi la mia ricetta speciale con ingredienti semplici e genuini.

Focaccia Ligure
Ricetta:

500 gr di farina di grano tenero / mezzo cubetto di lievito di birra/ 250 ml di acqua / olio extra vergine d’oliva / 15 gr di sale

Impastate la farina con il lievito di birra, sciolto in precedenza nell’acqua tiepida e il sale fino. Trasferite l’impasto in una teglia unta con 3 cucchiai di olio extravergine di oliva e lasciatelo lievitare al caldo per 40 min. circa. Stendete la pasta senza toglierla dalla teglia. Sbattete mezza tazzina di olio con altrettanta acqua e versatene 2/3 sulla superficie della focaccia. Fate lievitare ancora 1 h. Portate il forno a 250°C e formate sull’impasto, con la punta delle dita, i buchi caratteristici della focaccia, poi bagnate con l’emulsione di olio e acqua rimasti, cospargete con un pò di sale e infornate. Cuocete per circa 15-20 min. fino a quando non sarà dorata.

Buon appetito!

http://www.liguria.guide/it/portfolio/ricette-della-tradizione-ligure/

 

Castagne: tradizioni e cultura in Val di Vara

Il periodo della raccolta delle castagne, dalla metà di ottobre alla metà di novembre era un grande evento per le comunità della Val di Vara ed in certi piccoli borghi è ancora oggi una tradizione molto sentita. Intere famiglie si radunavano nei castagneti per raccogliere non solo i frutti ma anche le foglie, che venivano poi sistemate nelle capanne dai tetti di paglia per essere usate come lettiera nelle stalle durante l’inverno. Il castagno (Castanea Sativa) era definito spesso “albero del pane” e può essere considerato ancora oggi il simbolo della Val di Vara. Permise infatti lo sviluppo economico, sociale e culturale dell’intero territorio. Oggigiorno i boschi di castagno sembrano elementi naturali del nostro paesaggio, invece rappresentano l’opera di lavoro incessante e faticosa dell’uomo, che da secoli ha potuto trarre vantaggio dalla sua coltivazione.

Le castagne erano raccolte in autunno, consumate fresche (arrostite o bollite) oppure essiccate in apposite costruzioni, chiamate essiccatoi, dove venivano sistemate al livello superiore di un solaio (gradile). Al piano inferiore un focolare quasi sempre acceso per quattro o cinque settimane le essiccava, grazie al fumo caldo che saliva dal basso. Dopo essere state pulite si passava alla fase della molitura presso i centinaia di mulini ad acqua presenti in valle. Il prodotto finito era la farina, usata in grande quantità nell’alimentazione quotidiana della popolazione locale.

Un menu povero, tuttavia la fantasia locale riuscì a proporre gustose varianti a dolci e torte ancora presenti nella nostra tradizione gastronomica locale: gnocchi di farina dolci, pane di farina mista, castagnaccio, frittelle dolci con ricotta e mele….

Ecco una ricetta gustosa per le vostre serate autunnali:ricetta-castagnaccio

Scoprite la Val di Vara con una Guida Turistica Locale

E’ Settembre! Tempo di vendemmia alle Cinque Terre.

L’estate non e’ ancora terminata, ma i contadini qui alle Cinque Terre ed in Provincia della Spezia sono gia’ in fermento. Oramai quasi tutto e’ pronto e manca veramente poco per l’inizio della Vendemmia 2016.

Sebbene pochi mesi fa il maltempo e una forte grandinata abbiano messo in pericolo la produzione e la raccolta e allarmato i coltivatori,  le uve Vermentino, Albarola e Bosco daranno anche quest’anno un’eccellente produzione di Vino Bianco delle Cinque Terre, D.O.C. dal 1973. Grande attesa anche per il famosissimo e rinomato “Sciacchetra‘”, vino passito delle Cinque Terre, prodotto sempre in minima quantita’ e considerato un vero e proprio tesoro da ogni singolo contadino e coltivatore.

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Levanto è….

Una vacanza a Levanto vuol dire non solo mare e relax, ma scoprire anche una cittadina ricca di storia, cultura e tradizioni enogastronomiche.
Oggi mi voglio soffermare su un piatto tipico della cucina levante, che troverete solo in questa zona della Riviera di Levante: il “gattafin”.
Una ricetta unica nel suo genere che piace proprio a tutti, grandi e piccini ed è proprio vero che uno tira l’altro!
Per me sono un po’ come le madeleines di Proust, ogni volta che li mangio ritorno alla mia infanzia e alle giornate passate in cucina con mia nonna.
Ma cosa sono i “gattafin”? Si tratta di grossi ravioli ripieni di erbette spontanee preparati con la stessa procedura delle torte d’erbe, ma la ricotta è presente in quantità minore o del tutto assente, che poi vengono fritti in olio bollente.
Forse il termine deriva da “gattafura”, una parola trecentesca che indicava ricette in cui le verdure erano schiacciate da due strati di pasta. Si hanno notizie già in ricettari del ‘400 e del ‘500 e questi piatti venivano serviti ai ricchi signori dell’epoca.

Vi aspetto per una degustazione!!

La Spezia e la Fiera di San Giuseppe

UNA TRADIZIONE CHE SI RIPETE DA SECOLI

Anche quest’anno la città della Spezia è pronta ad accogliere la Fiera più importante e sentita dai suoi abitanti.
La Fiera di San Giuseppe, patrono della città, è un’occasione per tutti gli spezzini per poter curiosare tra i migliaia di banchi provenienti da tutta Italia.
E’ la fiera più grande di tutta la penisola e sicuramente la più antica istituita. Si ritorna indietro nei secoli infatti , quando nel dicembre del 1653 la Comunità spezzina fece istanza al Senato di Genova chiedendo la facoltà di istituire due fiere annue il 19 marzo e il 15 agosto (Santa Maria Assunta) per poter incrementare il numero di persone (verso la metà del Seicento il numero di abitanti si era ridotto arrivando a poco più di 7000 anime) e di conseguenza aumentare i traffici commerciali.

Il dolce tipico di questo periodo è senza dubbio la Zeppola. Un dolce anch’esso che sembra aver origini antiche. La tradizione vuole infatti che San Giuseppe, dopo la fuga in Egitto, dovette vendere frittelle per mantenere la famiglia.
Fritte o al forno sono un dolce intramontabile e amato da tutti, grandi e piccini!

Un sorso di…

Una vacanza alle Cinque Terre è anche un’ottima occasione per scoprire nuovi gusti e sapori!

D’obbligo è una sosta in una cantina o enoteca per un assaggio del nostro famosissimo vino Sciacchetrà.

Lo Sciacchetrà’ è un vino passito delle Cinque Terre prodotto con uve provenienti dai famosi terrazzamenti a picco sul mare. Prodotto con tre diversi tipi di vitigni (Bosco, Albarola, Vermentino) e’ ottenuto da uva appassita dopo la raccolta, lasciata riposare in ambienti ventilati e ombreggiati fino al raggiungimento di un grado zuccherino corrispondente a 17º di alcol. I vini sciacchetra’ hanno un colore giallo dorato con riflessi ambrati, un intenso profumo di miele, dal sapore dolce, armonico, di buona struttura con un restrogusto mandorlato.
Se volete scoprire di piu’, conoscere la storia di questo vino e del suo territorio prenotate una visita guidata alle cantine e ai vigneti delle Cinque Terre!

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